MATERIALI E DURATA
In passato e ancora oggi si sente spesso dire che le protesi articolari durano 10 anni e poi vanno sostituite. Questo era vero per le protesi metallo-polietilene di vecchia generazione che attualmente non vengono più usate. Il polietilene di nuova generazione, accoppiato a testine in metallo, metallo ceramizzato (Oxinium) o ceramica garantiscono una durata almeno 3 volte superiore a quelle delle protesi storiche e quindi sono in grado di coprire anche tutta la vita del paziente. In pazienti particolarmente giovani si possono usare protesi ceramica-ceramica o in casi selezionati le protesi di rivestimento che realizzano un accoppiamento metallo-metallo.
In conclusione si può dire che oggi nei centri specializzati, a ogni paziente in base all’età, alle richieste funzionali, alla forma dell’osso e alla sua robustezza si sceglie la protesi più adatta che deve dare le migliori prestazioni possibili e, salvo eventi eccezionali quali fratture o infezioni, durare per tutta la vita del paziente senza necessità di essere sostituita.
DAL 2° INTERVENTO IN POI, LE REVISIONI DI PROTESI D’ANCA E LA CHIRURGIA AD ALTA COMPLESSITA’
Se già nel primo intervento di protesi d’anca la scelta del chirurgo risulta fondamentale per una buona riuscita della procedura, nella revisione di protesi già impiantante che necessitino di un secondo, terzo ecc. intervento chirurgico l’abilità e l’esperienza del chirurgo e della propria equipe sono assolutamente imprescindibili per un intervento di successo.
Una protesi può necessitare di una revisione del primo interventi chirurgico per diverse motivazioni: usura dei materiali impiantanti numerosi anni prima, mobilizzazione delle componenti protesiche in presenza o assenza di un’infezione, fratture peri-protesiche occorse a seguito di cadute accidentali, mal posizionamento delle componenti e lussazioni recidivanti ecc.
Indipendentemente dalla causa che porta ad un secondo intervento di protesi d’anca la procedura risulta essere sicuramente più complessa e sia per il chirurgo che per il paziente. Il primo per il fatto di dover affrontare diverse problematiche legate alla causa che ha portato alla revisione e il paziente per il fatto di dover affrontare un intervento di maggior durata, con maggiori rischi operatori e con un percorso di riabilitazione più lungo.
Con oltre 600 interventi di revisione protesica d’anca, mi occupo da 30 anni di questa chirurgia ad alta complessità continuando ad affinare la tecnica e raggiungendo sempre di più risultati eccezionali in casi considerati molte volte senza più speranze.
L’esperienza, le tecniche più all’avanguardia, un’equipe interdisciplinare e protocolli standardizzati e rigorosi permettono di raggiungere ottimi risultati raccogliendo un bacino di pazienti da tutta l’Italia.